Ca’ Inua
luogo: Marzabotto, Bologna
cliente: Panem et Circenses
premi: In/Architettura Emilia-Romagna 2020; Abitare Minimo in Montagna 2025
foto: Fabio Mantovani, (inverno) Panem et Circenses
L'abitazione e spazio di ricerca del collettivo artistico Panem et Circenses, ricavata dalla demolizione e ricostruzione della vecchia casa del contadino, si sviluppa su due livelli, il piano terra è parzialmente incastonato nel terreno per rinsaldare questo legame edifico/natura; un innesto che cambia la percezione interno/esterno avvicinando la linea dello sguardo al terreno.
Le pietre ricavate dalla demolizione sono state recuperate e riutilizzate per il nuovo muro in pietra a vista al piano terra (ricostruito sul sedime del vecchio muro) elemento di congiunzione tra la nuova casa ed il fienile ristrutturato. La nuova porzione, con struttura in pannelli X-LAM, si affaccia sul fronte principale solo al primo piano, inserendosi con garbo in un paesaggio fortemente connotato. Il rivestimento è in legno bruciato, un'antica tecnica che ritroviamo nei nostri appennini ma anche in luoghi distantissimi in tutto il mondo, una tecnica legata indissolubilmente al territorio ma proiettata ovunque, un linguaggio comune inclusivo ed accogliente.
La distribuzione interna, dettata dalla lettura del luogo e delle sue caratteristiche intrinseche, impone di sfruttare al meglio le potenzialità in essere. I locali di servizio si trovano tutti sul fronte nord ed hanno piccole bucature mentre a sud la zona giorno/cucina al piano terra e le camere al piano superiore godono di ampie aperture. Le aperture del piano terra sono schermate semplicemente dallo sbalzo del piano primo mentre quelle delle camere sono dotate di sistema oscurante. Queste aperture oltre a massimizzare l'apporto energetico nelle stagioni fredde e impedire l'irraggiamento diretto in quelle calde offrono una vista mozzafiato sulla vallata.
Tutta la casa è coibentata con un cappotto in fibra di legno di grande spessore che ci permette di utilizzare come riscaldamento/raffrescamento solo un impianto ad aria alimentato perlopiù dai pannelli fotovoltaici localizzati sul tetto del fienile per mitigarne l'impatto. Le acque piovane sono raccolte in vasche e riutilizzate per l'innaffiamento dei campi mentre l'impianto di depurazione è costituito da una fitodepurazione che funziona grazie a due stagni limitrofi all'abitazione.
Il fienile è stato ristrutturato con interventi principalmente di natura strutturale ed attrezzato con tutte le basilari dotazioni impiantistiche. Ad oggi è utilizzato come deposito per le attività agricole, nel tempo nascerà una struttura ricettiva per accogliere i visitatori.